Non scrivo nulla sul mio blog da quasi due mesi. Colpa di un rientro dalle vacanze estive denso come la Nutella e di una newsletter quindicinale che si chiama ParoleSante e che trovate qui. Iscrivetevi, è gratuita.
A risvegliarmi dal torpore è stato Calenda Carlo, il mio ex faro nel cupio dissolvi della politica nostrana. Tavares Carlos da Lisbona, l’ufficiale liquidatore dell’ex Fiat, si è presentato qualche giorno fa davanti alle commissioni congiunte di Camera e Senato per un’audizione finalizzata a raccontare la rava e la fava circa i progetti futuri di Stellantis.
Carletto lo ha preso quasi a ceffoni ed è stato bellissimo. Qui di seguito trovate il link al video della replica di Calenda. Vale davvero la pena.
https://www.instagram.com/reel/DA_HRkHiK1h/utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA=
A Torino ormai ci siamo rassegnati da tempo: è tutto finito e tanti cari saluti. La città dell’auto è entrata ufficialmente nei libri di storia e uscita del tutto dalla realtà produttiva torinese.
La One Company Town ha chiuso i battenti, lo stabilimento di Mirafiori è quasi archeologia industriale, il Lingotto è uno spazio fieristico, in corso Marconi 10 al posto degli uffici direzionali della Fiat c’è tutt’altro e persino l’IllustratoFIAT oggi si chiama IllustratoUGAF (Associazione Seniores Aziende Fiat). Un de profundis su tutta la linea.
A segnalare la presenza in città della famiglia Agnelli (in verità degli Elkann), restano solo La Stampa (che vende meno copie di Torino Cronaca) e la Juventus FC, che dopo l’addio burrascoso di CR7 ha perso parecchio smalto.
Tavares negli ultimi due anni ha raccontato una serie infinite di balle sul futuro dell’auto in Italia e a Torino, ma ciò che più mi ha sorpreso è che da tempo l’unico ad essere davvero incaxxato con Stelllantis e il suo management è solo il buon Calenda Carlo, che nell’automotive ha lavorato e che come Ministro del Lavoro non è passato inosservato.
Però confesso che mi sarei aspettato di vedere sulle barricate piuttosto un Landini o un Bersani, persino una Schlein. Da loro mi sarei aspettato parole di fuoco, tuoni e fulmini contro la multinazionale che abbandona l’Italia dopo avere ciucciato soldi pubblici in gran quantità sotto forma di incentivi e cassa integrazione. Invece sono arrivate solo flebili sparute parole di circostanza. Del resto hanno altro da fare, sono molto impegnati a organizzare il referendum per abolire il Jobs Act, provvedimento di renziana memoria. Diciamolo: fa molto più figo, a Sinistra, attaccare Renzi Matteo piuttosto che Elkann John.
Colpisce (oddio…) anche il sostanziale silenzio del Sindaco di Torino e del Presidente della Regione Piemonte. Vi ricordate quella placchetta che una volta sui mezzi pubblici intimava ai passeggeri di non disturbare il conducente? Ecco, più o meno …
Alle prossime politiche quei pochi operai rimasti e le loro famiglie credo sapranno ricompensarli nell’urna in modo consono.
Per il 18 ottobre, la FIOM ha indetto l’ennesimo sciopero del settore automotive. Sarà inutile, del tutto inutile. Purtroppo e ovviamente. Siamo ormai molto oltre i titoli di coda.
Se volete leggere articoli interessanti sul disastro Stellantis a Torino, eccovi qualche link. Come noterete La Stampa e la Repubblica (entrambe testate del Gruppo Gedi, di proprietà della famiglia Agnelli-Elkann) non sono in elenco. Strano vero?
https://torinocronaca.it/news/il-borghese/390556/e-ora-stellantis-uccide-lindotto.html
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