SENZA CORONA

Mia madre buonanima, il giorno che è scoppiata la Prima Guerra del Golfo è salita in macchina, è andata al supermercato e si è preparata all’Apocalisse. Che non che c’è stata. Quel giorno, per ovvi motivi, mi sono vergognato tantissimo.

Però Donna Rosa aveva un’attenuante. Lei, classe 1935, ha vissuto sulla propria pelle la guerra. Quella vera: i bombardamenti, il cibo razionato, lo sbarco di Salerno, la fuga sull’Abbadia di Cava de’ Tirreni, i tedeschi che rastrellavano, il fratello in fuga, la fame, la paura.

E questa, invece, è la mia di guerra? Il Coronavirus sarà ricordato come la “grande sciagura planetaria” del 2020? Ai miei nipoti racconterò quando i dottori dovevano scegliere chi salvare o chi lasciar morire in una corsia di ospedale sovraffollato?

Non lo so e, oggi, sostanzialmente non mi interessa.

Sono fatto così. Se c’è un casino, anche grande, mi sposto. Mi sposto quanto basta per non farmi travolgere. Odio l’ansia, la paura, l’irrazionalità collettiva, l’isteria contagiosa (quella sì…), la corsa all’accaparramento, il “si salvi chi può” (subtitles: meglio se mi salvo io e tu fottiti). Un misto di Darwin (Charles) e Hobbes (o Plauto, fate voi) ben shakerati.

Sarà che in tanti anni di girovagare per il globo, ho visto persone che davvero morivano di fame, malate, disperate, impaurite, braccate. Le osservavo impotente e muto, allora, come unica arma consolatoria, tornato a casa, provavo a raccontare le loro storie, ma a nessuno è mai fregato granché. Molti di quei volti li ho ricordati a lungo la sera prima di addormentarmi. Era un modo per dire a me stesso “Sei fortunato Sante, lo sei davvero, sappilo e vivi con decoro, anche solo per rispetto per quella pletora di poveri cristi che hai conosciuto e che forse ora sono già tutti morti“.

Per questo e per altri motivi la Guerra del Coronavirus non mi toglie il sonno. Certo farò attenzione, seguirò le direttive, mi preoccupo e preoccuperò per mio padre che è anziano e malato, per i miei figli, com’è ovvio che sia, ma poi stop.

Non mi intrupperò in un supermercato per accaparrarmi mezzo chilo di penne lisce, non guarderò il mio prossimo come fosse l’untore dei Promessi Sposi, non smetterò di essere me stesso. Dovrò cambiare abitudini? Qual è il problema? Negli ultimi dieci ho cambiato tante di quelle abitudini, tante di quelle volte, che ho perso il conto.

Ma non cambierò la mia testa. Nè con questo virus, nè con altri.

2 Comments on "SENZA CORONA"

  1. Claudio Ferrari | 9 Marzo 2020 at 9:58 | Rispondi

    Condivido Sante, condivido il tuo modo di scrivere ciò che sei e ciò che in molti dovremo essere.
    Le bombe, la paura, che rimane per sempre, le hanno vissute anche i miei genitori e i miei nonni, ma dalla parte della Resistenza.
    Allora dico: si sia attenti e prudenti che, sicuro, passera’.

  2. Claudio Ferrari | 9 Marzo 2020 at 9:59 | Rispondi

    Condivido Sante, condivido il tuo modo di scrivere ciò che sei e ciò che in molti dovremo essere.
    Le bombe, la paura, che rimane per sempre, le hanno vissute anche i miei genitori e i miei nonni, ma dalla parte della Resistenza.
    Allora dico: si sia attenti e prudenti che, sicuro, passera’.

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