RIDATEMI IL NUCLEARE ADESSO

Ieri pomeriggio l’algoritmo mi ha fatto incrociare un Carlo Calenda d’assalto, vestito come un palombaro, nella ex centrale nucleare di Caorso, in provincia di Piacenza. Costruita dall’ENEL tra il 1971 e 1978, è entrata in funzione nel 1981 e chiusa nel 1990 a seguito del referendum del 1987.

La guerra in Ucraina (iniziata tre anni fa) e l’indispensabile processo di decarbonizzazione (ovvero stop definitivo all’uso di gas naturale, carbone e petrolio per produrre energia) hanno messo in moto un dibattito che sembrava sopito e posto sul tavolo una domanda cruciale: basterà l’energia rinnovabile (idroelettrico, eolico, fotovoltaico e geotermico) per abbandonare le fonti fossili una volte per tutte?

Carlo Calenda dice di no, ed è l’unico politico italiano a sostenerlo senza tentennamenti. Gli altri nicchiano e fanno melina. Apertamente contrari ci sono i soliti (Bonelli, Fratoianni, Verdi etc.). Per quello che conta, sono convinto che Calenda abbia ragione da vendere.

QUALCHE NUMERO PER CAPIRE

Il tema è assai complesso e scivoloso, ma provo qui a fornire qualche numero. “Fatto 10″ il nostro fabbisogno energetico (dalla ricarica dello smartphone, alla lavatrice, dalle acciaierie ai server aziendali), noi produciamo 8 e importiamo 2. Di quell’8, poco più di un terzo è prodotto con fonti rinnovabili (e cresce purtroppo con esasperante lentezza).

Buona parte di ciò che importiamo, tra l’altro, arriva da centrali nucleari svizzere e francesi. Poi è anche vero che a volte esportiamo energia, ma dipende da fattori di consumo o surplus di produzione occasionali.

L’Italia, ogni anno, consuma circa 300 Tw per far girare l’intera baracca. Se non andremo in recessione economica, quel numero è destinato a crescere, perchè ormai tendiamo a elettrificare tutto (mobilità compresa). L’utenza domestica, sempre per dare una proporzione, quasi sempre ha una potenza di 3 Kw e 1 Tw corrisponde a 1 miliardo di Kw. Poi c’è da dire che un Kw e un Kw/h non sono la stessa cosa, ma insomma è giusto per dare un quadro d’insieme.

Per produrre in modo ecosostenibile quei Tw che il nostro Paese consuma servirebbero scelte radicali. Fotovoltaico e eolico ricevono (giustamente) cospicui incentivi dallo Stato (cioè da noi) per affermarsi sul mercato, ma (udite udite) trovano sempre maggiori resistenze sui territori. Sono centinaia, infatti, i comitati locali che nascono “contro l’assalto eolico” o contro i parchi fotovoltaici.

I COMITATI INUTILI

E qui si apre un’altra questione: può un tema come l’approvvigionamento energetico essere ostaggio di un gruppo di cittadini incazzosi? No. Secondo me, proprio no.

Anche su questo Carlo Calenda è l’unico a prendere posizione: “si militarizza il territorio e si procede con la costruzione dell’opera che ha interesse nazionale“. Come si è fatto in Puglia per costruire il celebre Trans Adriatic Pipeline (per fortuna che è entrato in funzione prima che a Putin venisse voglia di Ucraina).

Tornando al nucleare. Abbiamo già i siti dove costruire le centrali: Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta). Andavano bene negli anni ottanta, vanno bene anche ora. Per costruirle ci abbiamo messo dai 3 ai 6 anni. Nel solo 2023 lo Stato (cioè noi) ha elargito alle rinnovabili 7 miliardi di euro di incentivi (ripeto: è giusto farlo). Però dobbiamo anche sapere che con quella cifra di centrali nucleari ne costruisci un paio.

SPOILER

Sul tema della sicurezza non è il caso di spendere parole inutili, perchè non esiste una casistica sugli incidenti nucleari. Se togli l’idiozia di Chernobyl non c’è nulla su cui dibattere. Viceversa su petroliere che sversano, depositi di gas che esplodono e miniere di carbone che crollano, la casistica (tragica) esiste eccome.

Spoiler. Il tema mi appassiona, credo meriti approfondimenti di spessore. È possibile che con alcuni colleghi mi cimenti in un progetto di divulgazione sul nucleare. Come dicono quelli bravi “stay tuned“. Intanto vi consiglio (l’ho già fatto in passato) la lettura de L’avvocato dell’atomo. In difesa dell’energia nucleare“, edito da Fazi Editore nel 2023. Lo ha scritto Luca Romano, un mito.

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