E’ morto Pit Formento. E’ morto il 4 ottobre, a Schio. L’ho saputo due ore fa, mi ha telefonato un ex collega che ora vive in Romania. Il villaggio non è così globale come sembra.
Non vedevo Pit da una quindicina d’anni, ma a lui devo molto. E’ stato il primo a insegnarmi il mestiere del documentarista. L’ho seguito e osservato in un paio di produzioni che ci vedevano coinvolti insieme, lui alla regia, io in cambusa.
Mi ha insegnato a narrare con le immagini, mettendo in soffitta lo spirito da giornalista che ancora mi portavo dietro. MI ha aiutato a capire l’importanza del racconto, di come il cinema possa essere non solo finzione, di quanto sia potente un’ intervista che diventa testimonianza, di come si entra in sintonia con la persona che fai sedere davanti a una telecamera, di come si può arrivare all’emozione attraverso parole semplici, ma vere. Ho provato a rubargli le inquadrature, le scelte musicali, il ritmo di montaggio, perchè ogni volta che vedevo un suo documentario mi sentivo il cuore in gola e le lacrime in uscita.
Per diversi anni gli ho portato i miei lavori prima che li ultimassi. Ne volevo il giudizio e le critiche. Che piovevano puntuali. Credo mi stimasse, e io ne ero silenziosamente orgoglioso.
Questo è un grazie tardivo, caro Pit, ma doveroso.
Ps Pit è morto il giorno in cui di festeggia San Francesco e “Cercando Francesco” è uno dei documentari più belli che abbia mai fatto. Quella che segue, è l’ultima intervista rilasciata da David Maria Turoldo. A raccogliere il grido di dolore di Turoldo è stato Pit.
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