ONE (little) STEP BEYOND – Italia Rossa giorno 24 e 25

Manca un mese. Il 13 aprile, mi sono detto, non sarà la fine del lockdown, ma solo un’altra tappa di questa Via Crucis laica che (forse) terminerà domenica 3 maggio, quando avremo scollinato due pericolose Feste di Precetto (il 25 Aprile e il 1 maggio). Due feste che senza piazza, abbracci, baci, canti corali, mani che si stringono, feste non sono.

Quindi non mi illudo e provo a tarare le mie forze mentali residue sui prossimi 30 giorni (quelle fisiche le nutro con 35 minuti quotidiani di stretching davanti al computer con una signorina che impartisce istruzioni e che, gentilmente, finge di conoscermi).

Dato per (quasi) certo che sopravviverò alla tempesta (tucumse le bale), c’è da capire COME arriverò al termine della Via Crucis.

Ci siamo dovuti privare della socialità, ci siamo dovuti distanziare recidendo persino i legami familiari, abbiamo dovuto rinunciare al lavoro, al denaro, a tutto ciò che fino al 24  febbraio era la normalità. Tutto necessario. L’unico strumento per combattere un contagio.

Però adesso o mi regalate una speranza, anche piccola, o questo mese diventerà, per davvero, un percorso a tappe degno di quello fatto dal figlio di un falegname in quel di Gerusalemme un paio di millenni or sono.

Basta poco. Basta davvero poco per trasformare un quasi incubo, in un brutto sogno a lieto fine.

Basta che la smettiate di guardare con odio la mamma con il bambino che passeggia sul marciapiede, il nonno con il cane spelacchiato, il ragazzo che corre da solo attorno all’isolato, l’operaio in coda al supermercato con solo due bottiglie di barbera in mano, che usciate dal panico dell’autocertificazione. Abbiamo trasformato le pattuglie dei vigili urbani in presidi mobili del Tribunale della Santa Inquisizione, il capo pattuglia in Tomas de Torquemada. Abbiamo fatto sì che la signora affacciata al balcone si senta investita di un nuovo potere salvifico al pari di una spia della STASI o di un patriottico delatore al soldo dell’OVRA.

Persino le pubblicità in tv (e su ogni altro schermo consultabile), si sono trasformate in un coro inquietante di consigli per gli acquisti riservato a coloro che stanno a casa. L’invito, ormai, suona come una minaccia. Da hashtag a sussurro: “Wendy… tesoro…“. Sì, un classico del classicissimo Shining di Kubrik. E se uno dice: “Andrà tutto bene“, sai già che devi correre a cercare la vaselina.

Ecco, lo chiedo per favore: facciamo un piccolo passo indietro. O a fine mese io arrivo a pezzetti.

Riprendiamo a guardarci con cortesia. Riprendiamoci un po’ di quell’empatia, che già scarseggiava prima e che ora abbiamo ulteriormente ridotto. I bambini non sono come i cani e i cani non sono nemici dell’uomo. Anche loro devono fare la cacca e la pipì. Il ragazzo che corre da solo attorno a un parco non è un serial killer e l’operaio con due bottiglie di vino non è un nemico del popolo.

I nemici più pericolosi di noi stessi, siamo, per l’appunto, noi stessi. Per favore, solo un piccolo passo indietro.

Ok, ora vai con i Madness!

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