Oggi saremmo dovuti essere a Palermo grazie a quei voli Ryaniar che se non compri ti senti scemo, tanto costano poco. Lo abbiamo prenotato molto prima di scoprire che nel mondo esistesse una città di nome Wuhan, grande 10 volte Torino, capoluogo di una sconosciutissima remota regione cinese (l’Hubei) grande metà dell’Italia, ma con qualche abitante in più.
E, soprattutto, prima ancora di scoprire che Codogno, 15 mila abitanti in provincia di Lodi, era diventato il centro del mondo.
Abbiamo prenotato un B&B nel centro di Palermo: la Dimora Bellini, via Maqueda 272. Non c’era sito che non ne decantasse le qualità o avventore che non ne declamasse la bellezza. Per di più, prezzo modico. Insomma, un affare, pagato seduta stante con carta di credito. Non rimborsabile. E vabbè, che vuoi che succeda?
Appunto.
Due settimane fa, prima ancora, che ci fosse chiaro quanto complicata fosse la situazione anche in Piemonte, arriva una telefonata: “Buongiorno, sono la proprietaria della Dimora Bellini. Sto guardando la tv. Lassù al Nord siete in grave difficoltà e temo che il vostro viaggio a Palermo rischi di saltare, ma avete già pagato e il rimborso attraverso la piattaforma non è possibile. Sentite … io terrei la vostra prenotazione sospesa a tempo indeterminato. Quando tutto passerà, quando avrete voglia e tempo, vi aspetto a Palermo. Qui tutti vi pensiamo e vi siamo vicini.”
Quando ricevi una telefonata così, a prescindere da ogni virus, ti senti meno solo e meno pirla. A Palermo una sconosciuta si è preoccupata per noi, del nostro piccolo investimento, della nostra voglia di vacanza. E ci ha detto: tranquilli, siamo qui. Non cambia nulla.
Oggi a Torino c’è un cielo grigio e un’aria umida che se penso a Palermo piango. Voi, però, intanto prendete nota: Dimora Bellini, Palermo. Quella signora merita molto di più del pieno di stelle di TripAdvisor.
Sento già il sapore del cannolo.
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