IL NATALE BUONO

Sono i giorni più belli dell’anno. O per lo meno sono quelli nei quali sentimenti diversi prendono il sopravvento sul lento logorio della vita moderna. Non sempre sono stati felici, ma sempre in qualche misura non trascurabili. Per questo sono i miei giorni più belli.

Il mio Natale inizia il 23 e termina il 26 dicembre, non prima, mai prima, e mai dopo. Mi offre l’opportunità di osservare le persone e le cose con occhi che provano a tendere leggermente verso l’alto e considerare il tutto senza ansia da prestazione.

In questi tre giorni me ne posso allegramente infischiare del conto corrente ridicolo, del lavoro precario, delle fatture insolute e farmi quelle domande che nel tritacarne della quotidianità non mi farei mai.

Sono domande che trovano risposta solo nel silenzio offerto dallo spazio vuoto lasciato dalle preoccupazioni che ripongo temporaneamente nel cassetto. Il 24 dicembre è nata mia madre, il 25 mia figlia. Già basterebbe.

L’elenco delle domande è semplice, ovvio. Riguarda me stesso e il rapporto con il mondo vicino. Cosa lo tiene ancora vivo e, appunto, vicino? La risposta sembra ovvia, ma ciò che è ovvio rischia di essere dato per scontato. È un errore che ho fatto spesso.

Quindi in questi tre giorni rispolvero l’ovvio e lo colloco lì dove merita, tra ciò che credo fermamente valga la pena essere vissuto. I buoni sentimenti sono buoni, non c’è nulla di cui vergognarsi. 

Vi auguro di riuscire a farvi cullare dai sentimenti buoni, a stare bene con voi stessi, con chi vi è accanto, chiunque sia, e a volgere lo sguardo leggermente sopra la linea dell’orizzonte. Ci sono un sacco di cose scontate da riscoprire.

Buon Natale, che sia davvero buono.

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