IL LIBRO DELLE RISPOSTE

Da ieri abbiamo un piano vaccinale decente e ambizioso (finalmente); da domani l’Italia chiude le saracinesche, scuole comprese (di nuovo).

Il sabato, complice la difficoltà di immaginarsi gite fuori porta per comprovati motivi di urgenza, è il giorno nel quale mi dedico con più intensità all’inutile dibattito politico sulle bacheche social.

È stato un sabato fecondo anche quello appena trascorso. Sullo stesso mio post mattutino, una signora, sincera nostalgica dell’era contiana, mi ha scritto: “Ma ve ne accorgete che stanno facendo le stesse identiche cose del governo precedente, con la differenza che adesso nessuno si lamenta?” (falso nella prima parte, vero nella seconda perchè falsa la prima), un NoVax assai fumantino ha digitato parole di fuoco al mio desiderio di vedere un obbligo vaccinale senza eccezioni: “Se sei vaccinato non rischi, non vedo perché mi devi rompere i coglioni. Sei salvo, se mi viene il Covid se vuoi non mi curi, nessun problema, ma non mi obblighi se no ti sparo e vado in montagna. Poi scendo e ti sparo di nuovo.” (invece lo cureremo, perchè alla fine siamo migliori di quello che digitiamo).

Via whatsapp, invece, mi arriva un messaggio del mio amico economista (uno vero, non laureato all’Univerisità della Vita) che recita: “Indovina indovinello qual è il paese che più di tutti ha fermato le scuole? Fonte: Unesco.” Allega grafico a domanda che temo retorica. Risposta: l’Italia è il paese europeo che ha tenuto le scuole chiuse più a lungo. Per chiudere, un’amica parrucchiera, che ha il negozio nella ricca provincia collinare sabauda mi scrive: “Sono incazzata nera: chiudo di nuovo per tre settimane.” (per la cronaca, 3 settimane di chiusura, per un esercizio commerciale, pesano circa il 10% del fatturato annuo).

Cercavo un minimo comune denominatore a tutto ciò, e come spesso mi capita in questi mesi, è tornato potente alla memoria il libro che l’ancora oggi ministro della Salute, Speranza Roberto (il compagno Speranza, per la precisione) ha scritto nella primavera del 2020 per Feltrinelli (fondati dal compagno combattente Giangiacomo) e che la seconda ondata pandemica ha bloccato, per ovvie ragioni, nei magazzini dei distributori nell’ottobre scorso. Titolo: Perchè guariremo: dai giorni più duri a una diversa idea di salute“.

Dietro la scelta di scrivere quel libro, di titolarlo così e di decidere di farlo uscire in libreria tra l’inizio dell’autunno e il Natale, c’è tutta l’inadeguatezza del Governo Conte. In assoluta buona fede (su questo non ho dubbi) c’era la certezza che il peggio fosse passato, che la normalità fosse dietro l’angolo. Non avevano capito nulla e agito di conseguenza, cioè male, malissimo.

Ecco: tutte le volte che vi venisse il dubbio su quali siano le differenze tra il Governo Conte e il Governo Draghi, sappiate che in quel libro mai uscito e che forse mai leggerete, troverete tutte le risposte che cercate.

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