Guerra o pace

Cari Sara e Matteo, un genitore generico medio non si augurerebbe mai di poter regalare una guerra in eredità ai propri figli. Temo di esserci quasi riuscito.

Era l’11 settembre 2001. Voi eravate troppo piccoli piccoli per capire. E noi, vostri genitori, troppo impreparati anche solo per intuire cosa avessimo di fronte.

Con la differenza che voi avevate il diritto di non sapere a che santo votarsi, noi no.

Da quel giorno, l’insicurezza è diventata nostra occasionale (per fortuna), ma costante, compagna di viaggio. Temo che, da venerdì sera, non sarà più così. Temo che faremo i conti con una insicurezza più presente, stressante, fobica.

La mia generazione, quella che è padre e madre dei vostri coetanei, è colpevole. Colpevole di non aver fatto l’unica cosa che va fatta quando l’aria diventa pesante. Non abbiamo aperto la finestra per far entrare aria nuova.

Abbiamo preferito rispondere alla violenza cieca solo con altrettanta cieca violenza.

Intendiamoci: che Bin Laden sia a fare baldoria con un numero imprecisato di vergini nell’aldilà di islamica matrice, anziché qui a far cadere altri grattacieli, mi fa enorme piacere. Ma non basta.

Se esiste ancora una possibilità che tutto non vada in vacca, dovete (noi abbiamo perso la nostra occasione) iniziare a studiare, a leggere, a capire le diversità che ci sono tra le persone e farla diventare una vera ricchezza. Dovete scardinare la paura del diverso. Una volta per tutte. Con la forza della storia che dentro di voi c’è. 

Voi dovete integrare nella nostra (vostra) società, i figli di quegli immigrati che io ho emarginato, ghettizzato, umiliato. Voi dovete fare con i vostri coetanei tutto ciò che io non ho fatto con i miei coetanei nord africani, medio orientali, asiatici.

La mia generazione titola ancora oggi i giornali: “Bastardi islamici”. Non fate lo stesso errore. Io ho perso vent’anni, voi, per favore, evitatelo.

Non sono stato abbastanza in gamba da offrirvi un sereno futuro di pace, fate in modo di offrilo ai figli che in un domani non troppo lontano avrete.

Be the first to comment on "Guerra o pace"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*