L’annuncio è comparso sul profilo Facebook di un amico di un mio contatto, che molto carinamente, me lo ha segnalato: “Sante stanno cercando un operatore-montatore per una trasferta in Sud America! Un mese abbondante di lavoro, ho fatto il tuo nome, rispondi, non lasciarti scappare l’occasione!!!“.
Ringrazio e verifico. L’annuncio c’è: luogo e tempi sono chiari. Scrivo e chiedo dettagli, che prontamente arrivano. Mi verrà pagato il viaggio (sia andata che ritorno), ma il resto delle spese saranno a carico mio. Poi, al rientro, dovrò montare due video: uno breve, di qualche minuto, e uno più lungo, attorno al quarto d’ora. Fine delle informazioni. Strano, manca quella fondamentale per un lavoratore: la paga. L’omissione, ovviamente, non è casuale.
Parliamo di almeno due mesi di lavoro tra riprese e post produzione, AGGRATIS, ma non del tutto: le spese di viaggio per raggiungere il Sud America, quelle no, sono a carico del committente.
Il committente, appunto. Taccio per amor di patria e della mia gastrite incipiente, anche se vale la pena dire che trattasi di un organismo no-profit, militante nel vasto alveo della Sinistra, quella con la S maiuscola ovviamente, quella che lotta per i diritti dei lavoratori (tutti tranne gli operatori/montatori, evidentemente) e che alla parola “Jobs Act” scatta con riflesso pavloviano imbracciando la bandiera rossa e inneggiando ai sacri diritti violati, ricordando a tutti che l’Italia è, perdio!, una Repubblica fondata sul lavoro.
Lo confesso, mi ha irritato assai, ma non sorpreso. Di facce di tolla che chiedono di fare il mio lavoro aggratis, ce n’è più che al Maracanà in occasione del Fla-Flu.
Lascio però aperto uno spiraglio, scaricando su di me ogni responsabilità. Non ho fatto la domanda esplicita (“Ma quanto mi pagate?”) perché la ritenevo retorica (in un rapporto di lavoro la paga è al punto due del dibattito, non un dettaglio da discutere quando-se-poi-vedremo), ma soprattutto perché non avevo voglia di leggere la risposta (l’abitudine ha effetti collaterali devastanti). Diciamo che forse è stato un malinteso e che l’operatore che partirà per il Sud America con un biglietto aereo pagato, ma che si dovrà pagare tutte le spese accessorie, riceverà la giusta mercede prevista dal contratto nazionale del settore, in nome, sia chiaro, dell’articolo 1 della Costituzione.
PS provate a fare una proposta economica di questo tipo a un muratore, e l’ultima cosa che vedrete sarà un badile.
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