Betlemme, periferia di Gerusalemme. 24 dicembre dell’ Anno Zero.
Interno sera. Cielo stellato.
In una piccola stalla, dall’aria assai malconcia, popolata solo da un asino magrissimo e una mucca assonnata, un uomo, non più giovane, è accanto a una giovane e bella donna. Incinta. Molto incinta. Ha le prime doglie.
Lui – … ripetimelo ancora, quello che nascerà è un figlio di … ?
Lei – … di Dio, Giuseppe. Di Dio.
Lui – … sarà .
Lei – Ti sembra questo il momento di fare scene di gelosia? Non vedi che … (una contrazione le mozza respiro e parola)
Lui – Ma non avevi detto che era stato un certo … Gabriele?
Lei – Un angelo, zuccone di un galileo, era un angelo. L’ Arcangelo Gabriele.
Lui – Ah già … e gli angeli, come noi zucconi della Galilea sappiamo, non ha …
Lei – Esatto, non ha, non può, non sa. Giuseppe, ti prego, sono stanca …
Lui – E l’angelo, che non non può, perché non ha, ti ha guardato e detto: “Maria ora sei incinta del figlio di Dio. Grazie, buone cosa, a presto”.
Lei – Sì, … più o meno.
Lui – E ti ha pure detto di chiamarlo Gesù.
Lei – Quante volte me lo dovrai chiedere ancora?
Lui – Ma che nome è … “Gesù” ? Non è un nome da falegname.
Lei – Non farà il falegname
Lui – Eccerto, adesso il figlio di Dio si mette a piallare sgabelli …
Lei – Adesso piantala, … mi si sono rotte le acque. Chiama qualcuno !
Lui – Buon Natale Maria!
Lei – Buon Natale un piffero (il fiato è corto, le contrazioni ormai hanno un ritmo serrato, la voce rotta dal dolore). Il Natale lo si festeggia dal prossimo anno, zuccone di un galileo.
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