Quest’anno non ce l’ho fatta. Niente Presepe.
Inutile girarci attorno: inizio a dubitare di te caro Little Jesus. Non mi fraintendere, continuo a volerti bene, provo grande rispetto per le tue strabilianti gesta raccontate da Matteo, Marco e Luca (Giovanni, no, esagera, sembra in preda all’LSD) e l’idea che tu sia un saldo riferimento etico e culturale per un bel po’ di persone, non mi dispiace affatto.
Rimane un punto: invecchio male. E un po’, se davvero esisti, fatto salvo il libero arbitrio, è anche colpa tua. Non mi agevoli, diciamo così, e un po’ di ruggine rimane. Come vecchi amici che litigano pesante.
Infatti non vado a messa da anni. Ormai entro in Chiesa solo per i funerali e quando un prete apre bocca mi sale la pressione manco bevessi acqua del Mar Morto.
Sto diventando una brutta persona caro Little Jesus, a tal punto che per la prima volta da quando mi conosco, non ho fatto il Presepe. Vero che il mio era al limite della blasfemia, ma almeno ti ho sempre riconosciuto un ruolo centrale in ogni Santo, anzi Santissimo, Natale.
Invece adesso non vedo l’ora che sia il 27 dicembre e che si inizi a dire che “tra poco dobbiamo disfare l’albero” (quello c’è, ma lo hanno fatto i miei figli. Fosse stato per me sarebbe rimasto ad accumulare polvere umida in cantina).
A Natale non si diventa più buoni, a Natale non succede nulla, se non il consumo compulsivo delle tredicesime. Per chi le ha, le tredicesime.
Quest’anno più che il tuo compleanno, mi sento addosso la Fiera dell’Ipocrisia Planetaria. Quindi
tutto ciò che farò sarà provare a tirare il fiato, a recuperare energie, e trascorrere un po’ di tempo con chi amo.
Già, l’amore.
Tu sei l’Amore, quello con la A maiuscola, il figlio di Dio che si è fatto carne, è disceso in mezzo a noi, ci ha spiegato cosa fare per vivere meglio, ma è finita che ti abbiamo ammazzato malamente. Anche se 72 ore dopo saresti risorto e salito stabilmente sulle nuvole (evidentemente più sicure della terra).
Tutto molto bello Little Jusus, ma se mi guardo attorno, direi che tutta stà fatica, ammesso sia stata vera, forse, potevi evitartela.
L’amore è altra roba, dammi retta. Anche quello con la “a” minuscola non è male. Forse non ti apre le porte del Paradiso, ma ti fa sentire il cuore che batte come un treno. E ti fa sorridere, nonostante tutto.
Lo so, non dovevo vedere, una di fila all’altra, le 4 stagioni di The Preacher; instillano dubbi aggiuntivi dei quali non avevo bisogno, ma ormai è fatta, e ora credo che tuo Padre sia un vecchio rancoroso che viaggia in chopper e tu un bravo ragazzo un po’ naïf, al quale hanno dato in regalo un bel puzzle, che però non riesce mai a finire.
Scusa Little, quest’anno è così. Andrà meglio il prossimo. Forse.
Saluti.
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