Giaglione (TO), sabato 27 luglio 2019
Ci siamo staccati dal corteo principale e abbiamo risalito la montagna alla destra di Giaglione camminando due ore nei boschi, insieme a una giovane e tutto sommato simpatica ciurma antagonista (tanti accenti romani) che intonava canti bellicosi. Ma ci siamo persi. La rivoluzione, per loro, dovrà aspettare. La mia collega ed io siamo tornati indietro, abbiamo varcato la linea rossa e siamo entrati nel cantiere. I paladini duri e puri contrari all’alta velocità ci hanno insultato pesantemente, mi hanno strattonato e peso a muso duro, ma non ho taciuto. Lavorare è un nostro diritto, e un po’ di tute nere, black block in salsa valsusina, non possono impedirci di fare ciò che siamo stati chiamati a fare: raccontare con una telecamera e un microfono la marcia #NoTav. Sono ancora un po’ scosso e affaticato, ma oggi, come ha detto la ia collega “Abbiamo ascoltato e visto solo violenza”. Se dovessi definirlo in una parola, userei la parola “fascismo”.
Torino, domenica 28 luglio 2019
Nella foto qui sotto, ho inserito lo screenshot di una condivisione del post originario, con commento. Rende meglio di qualunque altra parola il senso del clima di cui sopra. Purtroppo questa mattina smanettando sullo smartphone ho cancellato il post ordinario. Sono riuscito a recuperarne il testo e riportarlo qui.
Confermo che sei in cialtrone
Grazie e buone fine settimana!