Loro non lo sanno, ma più mi perculano (il termine mi piace assai e devo il copyright al grande Gabriele Ferraris), più divento rognoso. Più mi dicono che essere favorevoli all’Alta Velocità Torino-Lione è da servo dei “poteri forti” che vogliono darci da mangiare pane e amianto e più voglio treni iper-ultra-stra-veloci, che solchino il globo dagli Appennini alle Ande. Più mi dicono che sono un piddino colluso che non sono in grado di comprendere l’orizzonte di bellezza rappresentato dal Governo del Cambiamento e più mi barrico, mi armo, scavo trincee, mi preparo a una lunga e dura battaglia dalla quale voglio uscire vittorioso come manco ai Giapponesi sulla Missouri nel 1945.
Quindi domani mi cerco una roba arancione (quale essa sia) e scendo in piazza a fare il madamino alla faccia soprattutto di due consiglieri comunali torinesi del movimento dell’onestà, che io pago e che si permettono pure di prendermi per il culo.
È liberatorio, lo confesso. Aspettavo da un pezzo che nascesse un’opposizione civica e civile, possibilmente trasversale, possibilmente concreta. Dopo la catastrofe di Mani Pulite successe qualcosa di simile, domani potrebbe capitare di nuovo.
C’ero quando a Torino sbarcò la Rete di Leoluca Orlando, c’ero quando i Comitati Prodi cercarono di dare nuova linfa alla politica tritata dagli scandali, quindi ci sarò domani.
Ho bisogno di dire che questo modo di amministrare una città come Torino ha del ridicolo (Chiara Appendino è una brava persona, ma anche io lo sono, eppure mi guardo bene dall’amministrare alcunché, perchè fare il Sindaco è mestiere serissimo e complicatissimo), che la Città Metropolitana sotto la sua guida è scomparsa, che dire sempre NO va bene all’asilo, che la decrescita felice la faccia vivere ai suoi figli se ne ha voglia, non ai miei.
Il Movimento 5 Stelle a Torino ha preso il 32% dei voti. Non è maggioranza se non in Consiglio Comunale. Ci avevano raccontato che le decisioni andavano prese ascoltando sempre prima di tutto i cittadini.
Bene, mi auguro che entro domani si lavino tutti le orecchie come si deve.
Mi spiace Sante, tutti la buttano in politica, da destra e da sinistra, ma nessuno pensa mai agli scempi che si continuano a perpetrare ai danni dell’ambiente. Questa storia della TAV è sporchissima, da sempre. Vergognosamente sporca. Hanno detto che era necessaria per ragioni di ogni genere, nessuna delle quali ragionevole. Basta sventrare montagne, annullare memorie e cancellare prati non importa per andare dove, tanto la TAV non servirà, ma nel frattempo, dicono ancora, si sarà dato lavoro a un po’ di gente. Mi spiace, ma non sono e non sarò mai d’accordo, con la mia qualifica di naturalista, di giornalista e di essere pensante, per dare lavoro e credere nel futuro e nella comunicazione tra popoli in questo modo assurdo. Spero solo che quelli della vale non demordano. E magari che i partiti si scannino tra loro. Che i denari non ci siano.
L’Alta Velocità è attiva in tutto il mondo avanzato (dal Giappone alla Germania) da decenni e il trasporto su rotaia è evidentemente il nostro futuro, a meno che qualcuno tra i no-tav abbia in tasca il brevetto del teletrasporto, ma non credo.
Il trasporto su gomma, quello sì, che è nocivo fino a essere deleterio per il clima, incidendo subito e in scala massiva sull’ambiente. Tra qualche mese sarà attivo il raddoppio del Frejus, quindi vedremo implementarsi in modo consistente sulla Torino-Bardonecchia i TIR. Tutto bene? Siamo sicuri? Contro la TAV c’è una battaglia ideologica che si scontra con una semplice realtà: da Torino a Napoli, da Milano a Roma ormai tutti vogliamo spostarsi in treno, e il più velocemente possibile. Il resto è luddismo di ritorno. Poco più.
Siccome non sono luddica manco per niente e non mi ritengo una merce che deve transitare verso Lione, leggiti Marco Revelli, please. Sottoscrivo sino all’ultima parola: https://emergenzacultura.org/2018/11/15/marco-revelli-le-fate-ignoranti-di-torino/?fbclid=IwAR0960iX1XjSkY5rcHg5NL2O648TeYz_PnF7P6US12YQcgKgqoCO2VtLLKk
Sia detto con il massimo rispetto, ma a me del parere (stara-conosciuto) di Marco Revelli non interessa proprio nulla. La sua analisi è una delle due esistenti sul tavolo. La sua parte da un presupposto, da molti considerato errato, che la linea attuale sia riformabile e che il traffico sia in calo. Non ho voglia di entrare qui nel merito, perchè davvero a me di spiegare l’ovvio, non sembra il caso. Revelli, come il nocciolo duro e storico dei contrari all’opera, non si smuove di un millimetro perchè sento di avere ragione. Fatti suoi. Intanto si scava e nel 2030 passerà il treno. In ultimo: questo giochino di prendere per il culo le “madamine” è abbastanza penoso.