Sono stato a lungo un elettore del PD di convinta fede renziana. Non ero solo, anzi. Eravamo in tanti a essere renziani. Per la precisione lo eravamo quasi tutti. Lo erano soprattutto coloro che oggi lo negano come San Pietro quando il gallo inizia a cantare (Vangelo di Matteo. Capitolo 26, versetti 74 e 75).
Tra gli avversari storici di Renzi Matteo però, ce n’è uno che con ferrea coerenza si è sempre dichiarato anti renziano: il compagno D’Alema Massimo. Compagno di partito, perente serpente, spietato nemico interno, leader indiscusso dell’ala dura e pura, sempre fedele alla linea. Anche quando la linea non c’è, come cantava l’eterno Lindo Ferretti.
Della vita che oggi conduce il settantacinquenne D’Alema Massimo poco so e pochissimo me ne cale, ma vederlo e ascoltarlo come gradito ospite al recentissimo terzo Forum Internazionale sulla democrazia che si è tenuto nientemeno che a Pechino (nota patria dei liberi diritti) mi ha strappato copiosi sorrisi.
Tre le ragioni. La prima: che relazione potrà mai esserci tra la democrazia figlia del maggio 1789 e la Cina? La seconda: perchè D’Alema continua ancora a vedere nella terra di mezzo la stella cometa del progresso? La terza: perchè non fa un corso di inglese su Cambly?
Purtroppo non ho le risposte. Però anche il più fedele dei discepoli del Leader Maximo non può non essersi accorto della catarsi che si è palesata inesorabile.
Coloro che non senza ragioni criticarono ferocemente l’incertissimo inglese di Matteo Renzi (do u remember sciok bicouse?), nonché la sua passione per il regno ascemita, ora si ritrovano un Leader innamorato di una dittatura piuttosto feroce che parla un inglese che meriterebbe bacchettate sulle dita.
Da Matteo Renzi a Massimo Renzi è un attimo. Anche perchè li separa tutto, ma anche niente.
Entrambi sono ex segretari del più grande partito riformista italiano, entrambi anche ex Presidenti del Consiglio. Entrambi sono saliti a Palazzo Chigi dopo crudeli trame di Palazzo (anche da “Prodi stai sereno” a “Letta stai sereno” non c’è tutta questa differenza), entrambi scissionisti e fondatori di partiti inutili, entrambi simpatici come la xylella per gli ulivi.
Forse è proprio vero che nulla cambia, ma tutto si trasforma. Sì, ma in cosa si trasforma? Lo so cosa state pensando, ma forse è troppo.
Chiudo ricordando un detto di Confucio (Cina, 500 a.C.): “Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico.“ Ci sono voluti parecchi anni ma, devo ammetterlo, vedere Massimo invecchiare come la brutta copia di Matteo, non ha quasi prezzo.
Lo ero anch’io, e oggi non lo nego. Grazie per questo bell’articolo!
Grazie a te Marco per avere letto! Buona Pasqua!
È stata una stagione politica interessante. Peccato sia finita male e presto.