Un Papa che per quasi un’ora, in collegamento dal Vaticano, chiacchiera in diretta con uno dei volti televisivi più importanti del Paese è sempre una notizia. Domenica sera Papa Bergoglio e Fabio Fazio hanno toccato il 14,2% di share. Circa 3 milioni di italiani hanno assistito su Nove (canale di proprietà della Warner Bros.) al loro dialogo.
I numeri sono solo numeri, ma alcune cose interessanti, secondo me, lo raccontano. Prima di tutto ci dicono che Nove, grazie a Che tempo che fa, in alcune fasce orarie “pesa” come Rai1 e divora tutte le altre emittenti generaliste. Il servizio pubblico del Governo Meloni annaspa da mesi e non si vede la luce in fondo al tunnel.
Il pubblico del Papa
Dentro questo numero (3 milioni) si nasconde un elemento decisivo, ovvero la composizione del pubblico che ha seguito l’intervista Fazio-Bergoglio. Chi guarda Che tempo che fa? In rete non ho trovato risposte soddisfacenti, però rifacendomi all’esperienza professionale, agli studi universitari e alla logica credo di poter dire che il pubblico di Fazio sia quasi tutto: orientato elettoralmente verso il centro sinistra, poco radicale, borghese, tra i 40 e i 65, equamente diviso tra i sessi, residente nel centro nord del Paese, “buonista” (come direbbero quelli che faticano ad articolare concetti complessi), moderato, con un diplomino in tasca, poco propenso alla rissa social. In sintesi: era il “suo” pubblico di Rai3 che adesso schiaccia il tasto 9 del telecomando.
C’è dell’altro però. Quanti di quei 3 milioni di telespettatori sono credenti, cattolico-romani praticanti, fedeli ai sacramenti e alla messa domenicale? Non ne è ho idea, ma anche qui posso sbilanciarmi: pochi. Molto pochi. Il 10%? I dati ufficiali ci dicono che meno del 18% degli italiani va a messa con una certa regolarità.
Il Papa dei non credenti
Quindi possiamo azzardare che Papa Francesco, l’argentino Jorge Mario Bergoglio, piace parecchio ai non credenti. E ascoltandolo ieri sera non mi sorprenderebbe fosse davvero così.
Migranti, guerra, povertà, vicinanza agli ultimi: c’è nelle sue parole una chiarezze di cui forse si ha bisogno. Per lo meno: io ne ho bisogno. Sebbene non sia più praticante e fatichi a ritenermi credente, ascoltare un Papa che parla in questo modo, mi conforta.
La prima volta che l’ho visto è stata a Rio de Janeiro nel 2013 (la seconda e ultima a Torino nel 2015) ed è stato straniante, inatteso. La città era in delirio. Ha impressionato per empatia, imprevedibilità, schiettezza. Un Papa diverso, in tutto.
Il fronte degli anti papisti
Non è un caso che i suoi più grandi detrattori si trovino all’interno del recinto ecclesiale. Ogni tanto mi prendo la licenza di andare sul profilo di Marco Tosatti (ex vaticanista di lungo corso, oggi uno dei più convinti mestatori di guano da scaricare su Bergoglio) e ingaggio rapidi duelli verbali con i suoi discepoli. In una certa misura è divertente. I terrapiattisti lo sono, tutto ciò che è assurdo in fondo è affascinante.
Bergoglio è nato nel 1937, ha 87 anni, ed è Papa da 11 anni. Oggettivamente è affaticato, sebbene lucidissimo, propositivo, sereno. Mentre lo ascoltavo mi chiedevo quanto potesse pesare su un suolo uomo, per quanto culturalmente strutturato, la responsabilità di una Chiesa che conta 1 miliardo e mezzo di fedeli e che vive forse il suo momento di crisi più evidente. Dalla crisi vocazionale, agli scandali curiali che si trascinano, fino al dramma della pedofilia, c’è di che crollare psicologicamente.
Il tasto nove
Ovviamente non ho una risposta, però di una cosa sono quasi certo: Bergoglio, con tutta la sua umanissima fragilità, oggi è il Papa migliore che noi, credenti o meno, potessimo vedere e ascoltare una domenica sera in tv, sul tasto nove del telecomando.
Caro Sante, molti di noi si ritrovano in quel tuo ‘non sono più praticante e fatico a ritenermi credente (citazione con licenza)’. Io mi ci ritrovo. E condivido la necessità di una guida come quella di Bergoglio. Grazie delle tue riflessioni (oh, ora sono bionda per davvero, dovrei chiamarmi monicabruna 😀 )
Ciao Monicabruna 🙂 Grazie per avere letto e commentato. Invecchiamo bene, anche dentro 🙂