JASON BIOT

Non ce la faccio, chiedo venia. Non riesco ad essere patriotticamente arrabbiato con il Capitano Walter, il marinaio traditore. Condivido la posizione del giornalista-storico Paolo Mieli, che trovate qui. La sintetizzo: quali segreti della NATO valgono “solo” 5 mila euro al mese? E come mai, nel giro di un plissè, sappiamo tutto di questo signore, nome e indirizzo di casa compresi?

E poi, uno come me, che ha visto tutta la saga di Jason Bourne una dozzina di volte e scoperto il fascino delle spy story da ragazzino leggendo Gorky park di Martin Cruz Smith, può non provare una grande tenerezza verso Walter Biot?

I frammenti che si leggono in giro (su ilPost trovate una sintesi esauriente) ne fanno un vero italiano, più che un traditore seriale. “L’ho fatto per la famiglia“, ha detto. Gioco, partita, incontro.

L’Italia è una Repubblica fondata sulla propria famiglia (e, in subordine, sul lavoro che, comunque, ti è stato trovato dal cugino della cognata del fratello del compare di zia Titina).

Chi di noi, per 5 mila euro al mese (esentasse), non farebbe molte cose di cui si vergognerebbe pubblicamente (ma godendone privatamente) pur di garantire alla propria famiglia un SUV che faccia schiattare d’invidia il vicino di casa?

Schiere fitte di sociologi e storici hanno studiato e studiano il pensiero portante dell’italico nucleo familiare. Fossi nell’avvocato del Capitano Biot li chiamerei tutti alla sbarra a testimoniare. Ne verrebbe fuori una Lectio Magistralis che levati da sotto.

Coraggio Walter, hai fatto una cazzata (bella grossa, eh, intendiamoci) per arrotondare lo stipendio statale che, si sa, non basta mai, ma a differenza della maggior parte di noi, ti hanno beccato. I figli, i cani, il mutuo, la macchina, lo so, la vita è dura per tutti.

Ora però Walter tira il fiato. Da buon italiano vero lo sai, che salvo colpi di scena (tipo che scoprono che davvero sei meglio di 007) tempo qualche settimana e ci dimenticheremo di te.

Però finché sarai in attesa di giudizio, non dimenticare di passare nei salotti tv che contano (D’Urso, Vespa, Giletti e via zappando) e di scrivere un bel libro di memorie (alla Rocco Casalino, per intenderci), così ti sistemi per davvero. Il pubblico già ti aspetta a braccia aperte. Solo allora sarà il meritato riposo dell’italiano vero.

Grazie Walter ci hai alleggerito la noia pandemica.

P.S. se volete leggere una spy story molto più vera che romanzata e tutta Made in Italy, divoratevi “Agente Kasper. Supernotes”.

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