O’ HARA – Italia Rossa giorno 12

È stata una giornata movimentata, iniziata con un lungo, intenso, acceso, bellissimo dibattito in rete a difesa dei podisti della domenica (io, che le rare volte nelle quali mi cimento, non scendo mai sotto i 6 e 15 a chilometro…). Proseguita con un giro di badanti da scarrozzare in auto sulla asse Torino-Grugliasco (Rocco dormiva su un lato, russava, sembrava tranquillo).

Alle 13,30 sontuoso pranzo con crêpes ai funghi (God bless Marina), poi pulizia compulsiva e radicale del terrazzo, fighissima chiacchierata di lavoro su Zoom e in ultimo, finalmente, un libro. Nello specifico: il racconto di Antonio Manzini (fresco d’uscita) che Sellerio ha messo a disposizione gratuitamente sul proprio sito. Ebbene sì, ho ripreso a leggere. Caro diario, al giorno 12 di quarantena ho ripreso a sentire il bisogno di un libro.

E poi c’è stato il sole. Tutto il giorno.

Sono le 18,30 e mi sembra che vada tutto bene, che possa andare tutto bene. Che, vaffanculo, tutta la  fatica che  stiamo facendo per trovare un modo diverso per stare insieme, un senso deve averlo per forza. Che tutti questi camion in colonna carichi di bare finiranno presto, che la smetteremo di avere paura, di non sapere nè cosa, nè come, nè quando.

Lo so, domani è un altro giorno. Ma vaffanculo anche a Rossella O’Hara, oggi è stata una bella giornata.

 

 

 

 

 

 

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