Non lo scorderò facilmente. L’ennesimo anno di rivoluzione, di reset, di ripartenza, di tentativi falliti e di progetti che naufragano, di altri progetti che prendono il largo e di altri tentativi che magari questa volta non falliranno.
Invidio i miei coetanei che ce l’hanno fatta, che a questa età, alla mia età, hanno carriere realizzate, conti in banca rassicuranti, famiglie felici, automobili adatte al ruolo, case nelle quali godersi il meritato riposo del guerriero.
Il tempo passa e io rimescolo le carte, cerco nuove strategie, percorsi di sopravvivenza meno precari, soluzioni a problemi che forse soluzione non hanno, provo a dare stabilità a elementi che sono instabili per natura.
Instabilità e precarietà. Il 2018 ha confermato le premesse. Sotto tutti, ma proprio tutti i punti di vista.
Sì, poi ci sono le “cose belle”. E sono tante. Il bicchiere mezzo pieno al quale vorrei sempre guardare, le “cose buone” che capitano tutti i giorni, ma che troppo spesso non sono capace di riconoscere.
La testa questa mattina ronza rumorosa. Troppi antibiotici, e poi il cortisone e poi sciroppi conditi di punti interrogativi. La tosse che ti scuote. La febbre che è appena andata via.
Ti saluto così 2018, con il ronzio in testa. È stato un anno difficile, ma poteva andare peggio. Comunque, sappi che il mio sogno per il 2019 è di una banalità mostruosa: vorrei fare soldi a palate. Una volta, solo una. E poi girare un paio di mesi con il dito medio alto fuori dal finestrino della mia nuova auto non comperata a rate.
Auguri.
😘come diceva la fatina di Cenerentola: i sogni son desideri, di felicita’!
speriamo nella fatina allora 🙂
Tantissimi auguri e spero che i tuoi desideri si realizzino anche un po’ ridimensionati. Auguri anche a papa
🙂 grazie Carla, auguri!